Recentemente assieme al professor manfredini abbiamo creato il "foro
stenopeico".Questa tecnica unisce il concetto di principio ottico e
chimico e permette di ottenere fotografie di paesaggi, persone e oggetti
seguendo un procedimento diviso in più fasi con ottimi risultati.
Per effettuare la prima fase dell'esperimento ci siamo serviti di una
particolare camera oscura portatile creata utilizzando una scatola di
biscotti rivestita di nero all'interno (per evitare la riflessione della
luce) con un piccolo foro al centro della base inferiore; tale foro è
stato ricoperto con dello scotch nero applicato in modo tale da essere
aperto al momento della ripresa.
Dentro questo oggetto è stato inserito un foglio di carta fotosensibile
ad una distanza proporizonale dal foro per favorire la messa a fuoco
dell'immagine.
Muniti della nostra "macchina fotografica" sperimentale ci siamo recati
con il prof. nel parcheggio dove ci siamo disposti davanti alla scatola
appoggiata su un cavalletto.
A questo punto il prof ha scoperto il foro togliendo momentaneamente lo
scotch nero, in questo modo la luce ha iniziato ad entrare nella camera
oscura andando ad agire sui sali d'argento della carta fotosensibile,
impressionando così l'immagine latente.
Dopo essere stati immobili per circa 1 minuto il prof. ha coperto di nuovo il foro.
Per
svolgere la seconda parte del lavoro ci siamo trasferiti in camera
oscura dove erano state precedentemente preparate le tre vasche di
sviluppo, arresto e fissaggio: una volta estratto il foglio dalla
scatola l'abbiamo sottoposto ai tre lavaggi ottenendo così il negativo
dell'immagine scattata.
Il risultato ottenuto non rappresenta però lo stadio finale poiché i
sali d'argento hanno reagito maggiormente nelle zone più chiare del
paesaggio, cioè dove la luce veniva riflessa maggiormente.
Per ottenere l'immagine finale (ovvero il positivo) è stato necessario
tornare una seconda volta in camera oscura.Utilizzando la lampada da
tavolo e un pezzo campione di carta fotosensibile messo a contatto con
il negativo abbiamo effettuato delle prove sul tempo di esposizione per
determinare la quantità di luce necessaria ad ottenere la miglior
qualità d'immagine.
una volta trovato il tempo giusto abbiamo preso il foglio "vergine" di
carta fotosensibile e abbiamo effettuato la stampa a contatto.Ottenuta
la nuova immagine latente abbiamo ripetuto il processo di
sviluppo,arresto e fissaggio ottenendo come immagine finale un positivo.
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Immagine positiva |
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Immagine negativa |